Per poter apprezzare i primi riferimenti scritti relativi all’Aglio nella storia dell’umanità bisognerebbe conoscere il sanscrito, la lingua più antica del mondo, dove in alcuni documenti viene attribuito all’aglio il potere “di uccidere i mostri”.
Le proprietà benefiche dell’Aglio sono già riscontrabili in documenti risalenti ai sumeri e agli antichi egizi, in particolare il Papiro Ebers del 1550 a.C. lo annovera tra le “prescrizioni mediche” più comunemente usate a quel tempo.
Anche nella civiltà greca e in quella romana sono diversi i documenti che riconoscono all’Aglio proprietà medicinali e curative come stimolante, depurante o fortificante l’organismo.
Nel corso delle grandi pestilenze medioevali i medici erano soliti utilizzare l’Aglio, e altre piante medicinali, per impregnare le mascherine respiratorie con cui si avvicinavano ai malati per evitare il contagio.
Nel XVI secolo è elencato tra le 62 piante medicamentose descritte nel celebre “Erbario di Urbino”, un prezioso codice attualmente custodito presso la Biblioteca Vaticana.
A Luigi Pasteur, considerato il padre della microbiologia moderna, si devono gli studi sulle proprietà anti-batteriche dell’Aglio, in particolare contro le salmonelle e l’escherichia coli. Nel 1944 gli studiosi C.J. Cavallito e J.H. Bailey sono i primi che riescono ad isolare e studiare l’allicina, il prezioso composto solforganico contenuto nell’Aglio. Si veda C.J. Cavallito, J.H. Bailey, Allicin, the Antibacterial Principle of Allium sativum.