Si è svolto sabato mattina presso le suggestive sale della Delizia Estense di Belriguardo, nell’ambito della 22a Fiera dell’Aglio di Voghiera DOP, un Convegno scientifico-divulgativo all’interno del quale sono state presentate alcune interessanti prospettive legate alla produzione e all’utilizzo dell’Aglio di Voghiera DOP.

Ad aprire il convegno, moderato dal presidente della Cooperativa Voghierese Giorgio Marini, è stato il sindaco di Voghiera Paolo Lupini, che ha sottolineato con orgoglio l’importanza del territorio da diversi punti di vista: “Voghiera, nell’arco di 40 km quadrati, custodisce la storia millenaria della civiltà romana, una delizia estense, e un prodotto straordinario che rappresenta nel mondo la nostra terra. A nome della nostra comunità ringrazio il lavoro che i coltivatori hanno fatto negli anni in collaborazione con gli esperti del settore”.

Simone Bacilieri, presidente del Consorzio Aglio di Voghiera, ha spiegato l’importanza della promozione dell’Aglio di Voghiera DOP attraverso la Fiera: “Ogni anno arrivano a Voghiera più di 5000 visitatori. In questa edizione, oltre a far assaggiare il nostro aglio, vogliamo mettere in vetrina anche altri prodotti territoriali dell’Emilia-Romagna, nicchie di eccellenza come la nostra. Contestualmente, in questi mesi abbiamo portato l’Aglio di Voghiera DOP in giro per il mondo”.

La mattinata ha avuto una importante impronta scientifica a largo spettro, con gli interventi di alcuni ricercatori dell’Università di Ferrara. Il prof. Michele Rubbini ha toccato il tema di grande attualità del rapporto tra alimentazione, salute, benessere e sostenibilità ambientale: “Da anni la medicina culinaria è una disciplina che ha assunto piena dignità scientifica, studiando il legame tra la scienza medica e l’arte delle cotture. L’aglio è un alimento che ha una funzione positiva sull’organismo, ma nel caso dell’Aglio di Voghiera DOP è anche prodotto attraverso tecniche sostenibili espressamente definite nel disciplinare. Parlare della produzione e dell’utilizzo alimentare dell’aglio significa parlare anche del suo impatto globale sull’ambiente”.

Il prof. Vincenzo Brandolini ha poi presentato i risultati parziali di una ricerca agronomica svolta in questi mesi insieme al suo staff: “Stiamo sviluppando un progetto legato all’attività di verifica delle caratteristiche genetiche delle piante di Aglio di Voghiera volta a garantire il mantenimento delle caratteristiche genotipiche del prodotto di partenza e la qualità di produzione stabilita dal disciplinare. La ricerca ci consentirà di individuare anche possibili prodotti innovativi derivati dalla coltivazione di aglio, ampliando le prospettive del prodotto”.

Un prodotto sano, buono, scientificamente testato, e anche molto utile contro l’insorgenza di alcuni tumori, come ha spiegato l’oncologa Valeria Bertagnolo: “Recenti studi hanno dimostrato che sostanze contenute all’interno dell’aglio possono avere un ruolo protettivo nei confronti di molte tipologie di tumore, tra cui quello alla mammella, rallentandone la crescita. Pertanto abbiamo intrapreso un progetto per studiare il possibile ruolo dell’aglio nel contrastare l’evoluzione dei tumori mammari”.

Infine, con Chiara Manzi dell’Accademia Cucina Evolution l’aglio è arrivato in cucina, spiegando come si può valorizzare il prodotto aglio e riflettendo sulle richieste del mercato gastronomico: “Il nostro obiettivo è capire in quali quantità e con quali metodi di preparazione l’aglio va cucinato per produrre quegli elementi positivi che gli studi medici ci hanno confermato. Tutto si basa sull’importanza dell’equilibrio nutrizionale. Cosa chiede oggi il mercato? Da una ricerca di TheFork una delle principali tendenze è la salute: mangiare tanto, bene, e mantenere il benessere fisico. L’Aglio di Voghiera ha un sapore così delicato che diventa davvero facile utilizzarlo nel modo giusto in qualsiasi tipo di preparazione”. A chiudere la proficua giornata divulgativa ci ha pensato Neda Barbieri, consigliere del Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, con un forte richiamo all’importanza del valore umano: “Bisogna saper fare squadra, coinvolgere chi ha voglia di sperimentare, crescere insieme. Dentro la tradizione c’è sempre un grande spirito innovativo”.